Il giardino pensile, fu l’ultima parte del progetto attribuibile a Carlo Fontana a essere realizzata nel corso del secondo decennio del Settecento.
La sistemazione odierna di questo spazio aperto verso il mare risale al 1965-1966 quando fu qui sistemato il settecentesco rissêu – di cui è documentata una data precisa: 23 luglio 1739 – proveniente dal cortile del demolito monastero delle monache Turchine della Santissima Incarnazione sulle pendici orientali di Castelletto.
Fu il maestro Armando Porta, con perizia e passione, a ricostruirlo qui, pietra per pietra, ciottolo per ciottolo, come recita l’iscrizione perfettamente integra e conservata: “MOSAICO PROVENIENTE DAL DISTRUTTO / CONVENTO DELLE TURCHINE / QUIVI RICOSTRUITO 1965/1966 DA A PORTA”.
La straordinaria pavimentazione è stata perfettamente restaurata da Gabriele Gelatti tra l’aprile e il luglio del 2018, 70 giorni nell’arco di quattro mesi di intenso lavoro che restituiscono piena leggibilità a uno dei mosaici più raffinati dell’intera regione.
L’esemplare di Palazzo Reale può a ben diritto essere annoverato tra i capolavori del genere: nei sapienti incastri si avvicendano piccoli ciottoli bianchi e neri e qualche dettaglio a colori, su uno sfondo scuro che crea meravigliose tessiture con le forme appiattite e varie delle pietre, probabilmente raccolte alle foci dei torrenti del genovesato, mentre il disegno bianco esalta l’‘arte dell’incastro’ che è l’essenza del rissêu.
Le figure rappresentate alternano presenze quotidiane – come il mugnaio, la pesca, il pastore e scene di animali domestici – a figure archetipiche e mitologiche come l’ippocampo, la fenice simbolo solare, e il centauro, suo contrappunto lunare.
Nella meticolosa operazione di restauro sono state sanate crepe e dissesti, ricostruiti alcuni dettagli del disegno quasi del tutto compromessi dal degrado e rimessi in opera centinaia di ciottoli perduti. Contestualmente si è provveduto alla mappatura delle zone più esposte al deterioramento, così da agevolare futuri interventi di conservazione.