Nella Galleria della Cappella di Palazzo Reale è attualmente esposto un giovane dalla folta chioma ricciuta, colto in un’ardita torsione, con ai suoi piedi un puttino alato bendato – senza dubbio Amore – che lo trattiene a stento, tirando con forza il drappo panneggiato che lo avvolge.

Si tratta di un gruppo scultoreo, databile intorno al 1685, realizzato da Filippo Parodi per il giardino di una villa Durazzo a Romairone, nella zona di Genova Bolzaneto, distrutta negli anni sessanta del Novecento per far posto alle industrie siderurgiche e così ricordata nelle fonti antiche: “una superba statua d’Adone con Amore, che lo tiene fra’ lacci”.

Come nella serie di statue per Palazzo Durazzo in via Balbi, oggi Palazzo Reale, realizzate dal celebre scultore poco prima, il soggetto è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio.

La figura di Adone risente sia del linguaggio virtuosistico e potentemente barocco di Bernini, con cui Parodi entrò direttamente in contatto durante la sua attività a Roma, sia di suggestioni derivate dalle opere genovesi dello scultore francese Pierre Puget.

Filippo Parodi (Genova, 1630–1702)

Adone e Amore

1685 circa

marmo bianco di Carrara, cm 163 x 62 x 51

Musei Nazionali di Genova – Galleria Nazionale della Liguria, inv. GNL 49/1995