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Il Ratto di Elena rappresenta l’evento scatenante della guerra di Troia. L’affresco monocromo è pensato dall’artista come gruppo scultoreo esposto in una profonda nicchia all’antica che dilata virtualmente lo spazio. De Ferrari sembra aver ideato e realizzato questo ciclo di affreschi a monocromo in continuità con la Galleria degli Specchi, con una serie di immagini che, grazie al loro virtuosismo, sembrano prendere consistenza plastica davanti agli occhi dello spettatore.

Si ripropongono personaggi e miti tratti dal repertorio classico, mediati anche da modelli figurativi moderni come nel caso Enea fugge da Troia con Anchise e Ascanio tratto dall’artista dall’Enea in fuga da Troia di Federico Barocci, conservato alla Galleria Borghese di Roma. Il ciclo di affreschi potrebbe essere stato realizzato subito dopo il viaggio di Lorenzo de Ferrari a Roma  nel 1734. Secondo gli schemi compositivi, i quattro trompe-l’oeil monocromi si devono dividere in due gruppi.

Nella prima coppia sono le scene di Ercole e di Venere, pensate come due monumentali cammei: due medaglioni “scolpiti” realizzati ad affresco nelle tonalità del verde, incorniciati da voluminose cornici aggettanti in stucco dorato e sorretti da sfingi in parte dipinte e in parte a stucco.

La seconda coppia comprende Il ratto di Elena e La fuga di Enea con Anchise e Ascanio da Troia, immaginati dall’autore come gruppi scultorei.

  • Lorenzo de Ferrari
  • 1734 circa
  • affresco
  • Galleria della Cappella